Terapia del dolore
Il dolore è un’esperienza spiacevole, molto complessa, che riconosce diverse componenti: ogni stimolo doloroso viene percepito a livello fisico, attraverso i meccanismi che trasportano lo stimolo dei recettori nocicettivi e passando attraverso il midollo spinale arrivano al cervello, cognitivo, di integrazione dei segnali in arrivo ed emozionale.
Proprio grazie a tale complessità, oltre all’approccio farmacologico il controllo del dolore può avvantaggiarsi anche di altri approcci terapeutici non farmacologici, sia cognitivo-comportamentali, sia fisici, che agiscono a diversi livelli.
Soprattutto per quanto riguarda il dolore cronico: è ormai dimostrato come stimolazioni nocicettive continue e persistenti possano alterare l’architettura del sistema nervoso deputato alla percezione e all’integrazione degli stimoli dolorifici; pertanto, la cura della causa sottostante non è sempre sufficiente, da sola, a ripristinare uno stato di benessere.
Esistono numerose tecniche di rilassamento che si sono rivelate utili, di caso in caso, nel migliorare il benessere, soprattutto negli stati di dolore cronico. Infatti, il dolore e altri stress fisici e psichici in genere aumentano l’attivazione del sistema nervoso e peggiorano lo stato emotivo e la tensione muscolare. Tali conseguenze, soprattutto la tensione muscolare, hanno la capacità di autoalimentarsi, producendo così un circolo vizioso che porta a un aumento del dolore. Attraverso un buon rilassamento è possibile ridurre sia la tensione muscolare sia le risposte emotive negative, con conseguente riduzione progressiva del dolore e miglioramento dello stato di benessere. Le tecniche possibili sono diverse, variano dallo yoga, alla musicoterapia, al training autogeno, alla respirazione profonda e altri ancora. Nessuna di queste tecniche è più efficace di un’altra in linea di principio, ma i risultati dipendono dalle preferenze del paziente e dalle sue capacità di mettere in atto correttamente la tecnica scelta e dalla costanza nell’applicarla. Solo una pratica quotidiana, continuata per diverse settimane sembra in grado di dare risultati soddisfacenti.
Con il termine ipnosi si intende una particolare condizione nella quale è presente uno stato di coscienza diverso dal normale stato di veglia ma anche da qualsiasi fase del sonno. La terapia che sfrutta l’ipnosi, chiamata ipnoterapia, implica un intervento preciso da parte di un terapeuta (ma che è anche effettuabile dallo stesso paziente, nel qual caso si parla di autoipnosi) mirato a indurre lo stato di ipnosi con lo scopo di utilizzare a scopo medico tutte le potenzialità intrinseche del paziente che si rendono disponibili appieno soltanto in questo particolare stato di coscienza. Oggi l’ipnoterapia è ufficialmente accettate dalla medicina sulla base di numerose prove che ne hanno dimostrato l’efficacia nel controllo del dolore. I meccanismi attraverso i quali questa tecnica agisce non sono tutti noti, ma si pensa che possano essere chiamate in causa la distrazione (si sa che l’attenzione focalizzata sull’agente lesivo e sull’area corporea interessata potenzia la percezione dolorosa, mentre la semplice distrazione ha effetto nel ridurla), la riduzione dell’ansia associata al dolore, ma anche una modulazione dei sistemi nervosi sensoriali. L’effetto dell’ipnosi dipende in modo specifico dal grado d’ipnotizzabilità del paziente.
[fonte http://www.nientemale.it]